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il ministro Profuno

il ministro Profuno

 

Il mega concorso nella scuola sta suscitando un vespaio di polemiche. Sul piede di guerra soprattutto i precari della scuola che con l'indizione di questo nuovo concorso vedono vanificate le graduatorie.

"Non viene leso alcun diritto - ha dichiarato dal canto suo il ministro Profumo - perché i precari possono rimanere all'interno delle graduatorie, oppure possono fare il concorso. E poi per quelli che sono in alto nelle graduatorie credo sia una possibilità, una chance".

Alla domanda se la posizione in graduatoria sarà un criterio per il concorso, il ministro ha risposto: "Credo di no, i titoli devono essere titoli di tipo culturale, per esempio il dottorato o il master piuttosto che i lavori pubblicati. L'obiettivo del concorso è quello di avviare un percorso di regolarizzazione".

Ma i precari della scuola sono sul piede di guerra e annunciano l'impugnazione del concorso, chiedono il ritiro dei tagli vecchi e nuovi, l'adeguamento degli organici e l'immissione in ruolo, come loro imprescrittibile diritto, dalle graduatorie, ''unico strumento meritocratico e trasparente, senza ulteriori, inaccettabili penalizzazioni economiche o professionali''. E invitano ''tutti i lavoratori della scuola al presidio che si terrà al Miur in occasione dell'incontro tra il ministro Profumo e i sindacati il 4 settembre, per ribadire che nessuna decisione può prescindere dalla posizione di chi nella scuola ci lavora da anni avendo già superato prove concorsuali''.

''E' falso e ridicolo - scrivono tra l'altro in un lungo documento - sostenere che non ci sono stati concorsi dal 1999 ad oggi. Le scuole di specializzazione (SSIS e Scienze della Formazione Primaria) a numero chiuso, con prova selettiva in entrata e prova finale, attivate in ossequio ad una normativa europea che mandava in cantina definitivamente la superata procedura selettiva contestata (la quale ha storicamente dato adito a fenomeni di clientelismo), hanno valore di concorso (legge 306 del 27/10/2000, art. 6 ter e legge 40 del 1990 art.4 comma 2). Non è possibile, in uno Stato di diritto, fare sperequazioni tra lavoratori con gli stessi requisiti''.

I precari annunciano, perciò, che ''impugneranno il bando di concorso il giorno stesso della sua pubblicazione eventuale''.

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